Dopo la strana “esperienza” del lockdown di quest’anno, abbiamo finalmente ripreso -sia pur con le dovute cautele- le attività all’aperto: per motivi di lavoro, di salute, di scuola, per svago o per attività sportive, abbiamo ricominciato ad uscire e ad incontrare persone, non più rinchiuse dietro un freddo monitor PC.
In Orthesys stiamo ricevendo, in questi ultimi mesi ma soprattutto da settembre, molte richieste di supporto in merito ai nostri servizi di analisi del movimento, per l’insorgere di dolori a carico dell’apparato locomotore e del sistema vascolare e linfatico, causati dal lungo periodo di attività limitata: prescrizioni mediche di plantari, ausili ortopedici, tutori elastocompressivi, e via dicendo.
Alcuni di questi clienti sono già nostri pazienti, che hanno visto il riacuirsi di problemi che avevano risolto da tempo, a causa dell’inattività. Molti però sono pazienti nuovi, che ci vengono inviati dagli studi medici e riabilitativi.
Possiamo sintetizzare le problematiche raggruppandole in:
- dolori al piede,
- dolori alle ginocchia,
- dolori alla schiena,
- dolori muscolari,
- gambe e caviglie gonfie.
Durante il lockdown, queste persone sono rimaste in casa molto sedute, spesso per attività lavorativa in smart working, camminando poco, in spazi limitati, senza calzature, a piedi nudi o in ciabatte, interrompendo qualsiasi attività motoria o essendo costretti a sospendere la ginnastica assistita o i trattamenti di linfodrenaggio manuale, perché i centri di riabilitazione erano chiusi.
Al contrario, alcuni di loro hanno intrapreso degli esercizi di ginnastica “fai da te” in modo eccessivo, in maniera improvvisata o non personalizzata, pensando di sopperire così alla mancanza di attività.
Grazie all’utilizzo delle apparecchiature per l’analisi del movimento presenti in Orthesys ed alla anamnesi che ci viene restituita, possiamo constatare che la loro postura presenta dei deficit, o che la scarsa attività motoria ha contribuito, con la ripresa del cammino, a fare emergere dolori legati a problematiche prima silenti quali piedi piatti o cavi.
Anche coloro che portavano plantari su misura per ridistribuire carichi scorretti durante il movimento, a causa di disfunzioni di colonna-bacino-ginocchio-piede, non utilizzandoli per diversi mesi durante il lockdown hanno visto riemergere gli stessi disturbi che li avevano portati ad utilizzarli: fasciti plantari, talloniti, metatarsalgie, dolori muscolari, tendiniti, gonalgie e mal di schiena.
Riguardo inoltre ai pazienti che utilizzano tutori elastocompressivi per linfedema cronico e lipedema, che non hanno potuto usufruire dei trattamenti riabilitativi di decongestione complessa dei loro arti e che hanno avuto a disposizione per mesi solo un tutore ormai inefficace per usura, hanno constatato un netto incremento del loro edema.
Grazie agli strumenti per la quantificazione del movimento ed il monitoraggio costante dello stesso, è possibile intervenire in modo mirato e, contemporaneamente, prevenire la ricomparsa di disturbi, seppur modificando le abitudini quotidiane, specie le motorie.
Dopo un periodo di apparente ritorno alla “normalità”, ci affacciamo infatti ad un futuro che presenta non poche incertezze e che impone un alto livello di attenzione anche relativamente all’adeguata educazione motoria e preventiva dell’insorgenza di disturbi a carico dell’apparato locomotore.
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