Per i pazienti affetti da patologie neurologiche che generano importanti deficit ed alterazioni del pattern motorio, il più delle volte lo specialista clinico richiede l’applicazione di tutori su misura per compensare e ridurre tali deficit e per consentire un cammino nella vita quotidiana più adeguato e preventivo riguardo alle compromissioni dei segmenti dell’apparato locomotore coinvolti nel deficit, tra i quali il rachide e bacino.
Grazie alla Gait Analysis è possibile quantificare le alterazioni del cammino, per consentire allo specialista ed al riabilitatore di impostare un programma riabilitativo ed ortesico personalizzato.
Riguardo alle ortesi, l’analisi del movimento strumentale mediante Gait Analysis, avvalendosi di tecnologie sofisticate per la rilevazione di dati cinematici, dinamici ed elettromiografici di superficie, consente di mettere a confronto il pattern motorio del paziente con dispositivi ortesici di differente tipologia, al fine di “scegliere” il più congruo per il paziente, sia sotto il profilo del comfort che sul maggior risparmio del proprio apparato locomotore nella sua globalità.
In questo studio, ad esempio, si è impostata la migliore ortesi per il paziente grazie alla condivisione con gli specialisti fisiatri, i riabilitatori ed il supporto collaborativo del paziente stesso, per il quale si prospettava inizialmente l’applicazione di tutori KAFO (coscia – gamba – piede) sia per l’arto inferiore destro che sinistro, mentre è stato possibile impostare la progettazione di un tutore monolaterale tipo AFO (gamba – piede), grazie all’evidenza strumentale del netto miglioramento del pattern motorio durante il percorso riabilitativo.
Le evidenze strumentali svolte con tutore tipo AFO su misura, a distanza di quattro mesi dall’inizio del percorso riabilitativo intrapreso, sono state confrontate con i risultati emersi durante l’analisi del cammino con il tutore in uso precedentemente al percorso terapeutico; tale confronto ha consentito di dimostrare non solo un miglioramento dinamico del ciclo del passo, ma anche un miglior assetto posturale a livello di bacino e rachide, con conseguente minor dispendio energetico per il paziente ed una maggiore tutela verso l’insorgenza di future patologie a carico dell’apparato locomotore.
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